Quando parliamo di autonomia personale nell’ambito di un percorso di riabilitazione per persone con disabilità visiva, intendiamo la capacità di affrontare i problemi pratici e concreti della quotidianità. Passiamo dall’ambito della cura personale alla gestione degli indumenti, dal governo della casa alla preparazione dei pasti, dal riconoscere il denaro al firmare, leggere il Braille o utilizzare giochi accessibili nel tempo libero.
Come posso mettere il dentifricio sullo spazzolino? Come so di aver pulito la mensola? Non riesco più a versare l’olio, rovescio sempre l’acqua. Come posso scolare la pasta? Come capire se la carne è cotta? Non riesco a riconoscere monete e banconote, come faccio? Non vedo dove firmare, oppure vorrei leggere l’etichetta Braille sulle medicine per riconoscerle. Come posso misurare la febbre o la pressione?
Questi sono solo alcuni esempi di domande e frasi che ci vengono rivolte durante il primo colloquio. Per una persona con disabilità visiva – più o meno grave – portare a termine le comuni attività domestiche può essere problematico, ma esistono strategie, tecniche e ausili che permettono di gestire una giornata in completa autonomia.
Riuscire a gestire la propria casa, la cura della propria persona e della propria famiglia evita che la persona con difficoltà visive cada in situazioni di sconforto emotivo, insoddisfazione e frustrazione. La compensazione al problema visivo passa dall’acquisizione di informazioni tramite gli altri sensi, alla pratica di strategie cognitive che servono per il controllo e la gestione dell’ambiente e talvolta all’utilizzo di ausili specifici che ci aiutano a completare l’informazione sensoriale.
Obiettivi e contenuti dei percorsi di autonomia personale
I percorsi di autonomia personale dedicati a chi ha una disabilità visiva hanno l’obiettivo di insegnare tecniche e suggerire strumenti per gestire in maniera indipendente la propria vita. Proprio per questo motivo vengono costruiti su misura, in base alle esigenze dell’utente, ai bisogni, alle attività che desidera tornare a praticare in autonomia e alle capacità visive residue.
Alcuni tra gli ambiti che affrontiamo più spesso nei percorsi di autonomia personale sono:
- la cura della persona – avere un aspetto curato ed essere attenti alla propria persona ci fa sentire apprezzati e aumenta il livello autostima. Truccarsi, sbarbarsi, pettinarsi con cura, curare la propria igiene personale e gestire in maniera autonoma uno degli aspetti più intimi della propria vita è fondamentale per una persona con disabilità visiva;
- la cura degli indumenti – poter scegliere in autonomia i propri vestiti, sia all’acquisto che nell’armadio, abbinare i colori senza incertezze, mantenere gli abiti curati, stirati e in ordine dà sicurezza;
- l’attività in cucina – sulla gestione della cucina e la preparazione dei pasti si concentra una buona parte del percorso di autonomia personale, sia per imparare a utilizzare i diversi ausili e strumenti che possono essere d’aiuto che per gestire le attività autonome in piena sicurezza;
- l’uso del denaro – gestire i propri soldi senza interferenze esterne è fondamentale per affermare la propria indipendenza e per questo bisogna capire innanzitutto come riconoscere monete e banconote, ma anche come usare i servizi di home banking o le applicazioni per conoscere i prezzi al supermercato e molto altro.
Percorsi personalizzati, individuali e di gruppo
Le svariate strategie sensoriali e cognitive o gli ausili proposti vanno sperimentati e tarati sulle esigenze peculiari del soggetto coinvolto; per questo il training individuale – che può svolgersi in ambulatorio ma anche a domicilio – è studiato a tavolino con l’esperto e dovrebbe prevedere anche un intervento mirato ad adeguare l’ambiente di vita.
Il percorso di autonomia personale in genere è individuale, ma per alcune attività è possibile prevedere dei corsi collettivi che coinvolgano anche persone con diversi gradi di disabilità visiva. Basando l’intervento sulle abilità ed esigenze di ciascun partecipante si può mantenere comunque la caratteristica di intervento soggettivo, inserendola però in un contesto socializzante che è un buon motore motivazionale e di crescita.